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LA PSICOLOGA DELLO SPORT RISPONDE: L’IMPORTANZA DELLA GESTIONE DELLE EMOZIONI IN CAMPO

La psicologa dello sport Stefania Croci risponde alle domande dei nostri lettori: nella prima puntata si parla di gestione delle emozioni in campo.
gestione emozioni in campo

Prima puntata della nuova rubrica di Giovaninrete: la dottoressa Stefania Croci, Psicologa clinica e dello sport, risponde alle domande che i nostri lettori inviano all’indirizzo email psicologa.giovaninrete@gmail.com. L’argomento di oggi è la gestione delle emozioni in campo, un aspetto importantissimo per i giovani calciatori.


Gestire le emozioni in campo: una competenza chiave per i giovani calciatori

Nel calcio, come nella vita, le emozioni giocano un ruolo fondamentale. Saperle riconoscere e gestire è una delle competenze più importanti per ogni giovane calciatore che desidera crescere non solo come atleta, ma anche come persona.

Una partita di calcio è un concentrato di emozioni: entusiasmo, rabbia, frustrazione, paura, gioia. In pochi minuti si può passare dall’euforia di un gol segnato alla delusione di un errore o alla tensione per un fallo subito. Imparare a mantenere la calma e a non farsi sopraffare dalle emozioni è ciò che distingue un giocatore impulsivo da uno maturo e consapevole.

Il campo da calcio diventa così una vera e propria “palestra emotiva”: ogni partita, ogni allenamento, ogni sfida rappresenta un’occasione per conoscersi meglio e imparare a controllare le proprie reazioni.

L’importanza della gestione delle emozioni

Quando un calciatore è troppo nervoso o arrabbiato, la concentrazione cala e aumentano gli errori. Al contrario, un’emozione positiva e gestita con equilibrio aiuta a mantenere lucidità e precisione nei momenti decisivi:

  • Favorisce il gioco di squadra – Un giocatore che riesce a controllarsi contribuisce a creare un clima sereno nel gruppo: meno conflitti, più collaborazione. L’equilibrio emotivo individuale rafforza la coesione collettiva.
  • Riduce lo stress e aumenta il benessere – Imparare a gestire la pressione e le aspettative (proprie, dei compagni o degli allenatori) aiuta i giovani calciatori a vivere lo sport con più serenità e meno ansia da prestazione.
  • Sviluppa competenze per la vita – Le abilità emotive acquisite sul campo — autocontrollo, empatia, resilienza — saranno utilissime anche fuori dallo sport: a scuola, nelle relazioni e nelle sfide quotidiane.

Cosa può fare il giovane calciatore

  • Riconoscere le proprie emozioni: imparare a dare un nome a ciò che si prova è il primo passo per gestirlo;
  • Respirare e concentrarsi: tecniche di respirazione e mindfulness aiutano a recuperare calma e lucidità nei momenti di tensione;
  • Accettare l’errore: sbagliare fa parte del gioco. L’importante è imparare da ogni errore e non farsi travolgere dalla frustrazione;
  • Comunicare: parlare con l’allenatore o i compagni di ciò che si prova favorisce la comprensione reciproca e riduce i conflitti;
  • Avere un atteggiamento positivo: celebrare i piccoli progressi e mantenere la fiducia anche dopo una sconfitta è segno di grande maturità.

Il ruolo di allenatori e genitori

Allenatori e genitori hanno un compito fondamentale: creare un ambiente che valorizzi la crescita personale oltre al risultato sportivo. Un giovane che si sente ascoltato e sostenuto svilupperà più facilmente la capacità di gestire le emozioni in modo equilibrato e costruttivo.

Gestire le emozioni non significa reprimerle, ma imparare a canalizzarle nel modo giusto. Un giovane calciatore che sa affrontare le proprie paure, controllare la rabbia e trasformare la tensione in energia positiva avrà non solo più successo in campo, ma anche una solida base per affrontare la vita con maturità e determinazione.

Stefania Croci