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SANTA SABINA U-17, MISTER FIORUCCI: “LAVORO E DIVERTIMENTO INDISPENSABILI PER CRESCERE”

Lavoro sul singolo, creazione di un gruppo unico e divertimento: ecco la ricetta di mister Mauro Fiorucci per la sua Under 17 del Santa Sabina.
under 17

Nel mondo del pallone non è mai facile per una squadra ambientarsi immediatamente ad un nuovo campionato, soprattutto quando si parla di calciatori in erba: nonostante questo, l’Under 17 del Santa Sabina si sta comportando benissimo e al momento si trova in seconda posizione insieme al Campitello, alle spalle del solo Terni FC che sta viaggiando a punteggio pieno. Per capire meglio l’evoluzione della squadra ed il tipo di lavoro che viene svolto sul campo abbiamo sentito il suo allenatore Mauro Fiorucci.

Come sempre, per iniziare la nostra chiacchierata facciamo un rapido riepilogo del percorso tra campo e panchina del nostro interlocutore: “Il mio percorso da allenatore nelle giovanili è iniziato nel 2000 a San Sisto, squadra in cui ho anche giocato (sono proprio del Paese). Ho cominciato con i ragazzi più piccoli, poi, dopo aver fatto il corso e ottenuto il patentino, ho proseguito con i Giovanissimi e gli Allievi, che sono le categorie che mi piacciono di più perché permettono di tirare il meglio sia da me che dai ragazzi. Ho allenato i ragazzi del San Sisto praticamente per venti anni, con esperienze anche come responsabile del settore giovanile e come assistente di Carlo Valentini, il mister della prima squadra. In seguito sono stato due anni al Perugia, con cui ho fatto i Giovanissimi. Dopo il periodo del covid sono tornato al San Sisto, ma purtroppo non c’era più lo stesso ambiente che avevo lasciato e sono andato via poco prima che la situazione societaria precipitasse. Sono quindi approdato al Santa Sabina, che mi conosceva e mi cercava da tempo: ora ho l’opportunità di allenare questi ragazzi del 2007, una squadra che era stata costruita per fare molto bene nel campionato di A2, ma che (per via della mancata iscrizione del San Sisto) si ritrova felicemente e orgogliosamente in A1, campionato in cui ci stiamo comportando alla grande ed il merito è del fantastico gruppo formato da questi ragazzi”.

Finora avete fatto un ottimo percorso, con due vittorie ed un pareggio nelle prime tre gare. Dove può arrivare la sua squadra?
– “Io dico sempre che l’importante è stare davanti alle ultime tre! Noi ovviamente diamo il massimo domenica dopo domenica: io ripeto ai miei ragazzi che ogni partita è una battaglia ed è una storia a sé, ogni match è una finale. Loro ci credono, sono un gruppo che lavora tantissimo. Da quest’anno possiamo contare anche sulla competenza di un ottimo preparatore atletico che ci permette di avere la giusta benzina per alimentare questa grande macchina, in cui ogni componente cerca ovviamente di dare il massimo nel suo ambito di lavoro. La mia speranza è quella di fare bene per i ragazzi, perché queste sono soddisfazioni immense”.

Il Santa Sabina sta crescendo come società e si sta muovendo molto bene sia a livello di prima squadra che a livello di settore giovanile: la sua Under 17 può rivestire un ruolo fondamentale in questo processo?
– “Diciamo di sì, perché la società ha sempre degli obiettivi: l’anno scorso erano la promozione della prima squadra e la vittoria degli Allievi per poter passare in A1; quest’anno invece gli obiettivi sono quelli di far sì che la Juniores (composta dai ragazzi del 2006 che l’anno scorso hanno vinto il campionato Allievi) possa passare in A1 e di mantenere ed integrare la prima squadra, ma anche fare bene con i Giovanissimi: sono riuscito a portare quattro o cinque ragazzi veramente bravi nel mio gruppo e questo dimostra che la pianificazione è una carta vincente. È una carta vincente pure l’integrazione tra le varie squadre, perché anche noi Allievi il martedì ed il giovedì ci alleniamo vicino alla prima squadra e capita spesso che qualche giocatore nostro venga preso dal mister. Sono esperienze che permettono ai ragazzi di maturare e anche questo fa parte del progetto. Il Santa Sabina ha qualcosa come quattrocento ragazzi, che sono davvero tanta roba, e la società merita un bel plauso”.

Quali sono i punti cruciali su cui si deve concentrare l’attenzione di un allenatore quando deve “plasmare” dei ragazzi di questa età?
– “Io lavoro molto con i ragazzi a livello personale, singolarmente: li carico uno a uno. La risposta più importante l’ho ricevuta domenica quando mi sono scusato con un mio ragazzo che non ho fatto entrare in campo: di solito io cerco di far giocare tutti perché sono stato giocatore e so quanto può essere dura restare fuori. Lui mi ha detto ‘Mister non si preoccupi, perché l’emozione e l’entusiasmo che ci sono anche al di fuori sono già un premio, quindi non importa se non ho giocato‘. Una grande risposta da un ragazzo che la domenica precedente è entrato ed ha dato un grande contributo, aiutandoci a pareggiare la partita: tanto d cappello a lui, ma a tutta la squadra. Quindi si lavora molto singolarmente, ma sul campo si lavora come gruppo, come collettivo, come nucleo, come forza unica: io dico ai ragazzi che quando si difende ci dobbiamo aiutare tutti, quando si attacca dobbiamo comunque attaccare tutti, dobbiamo mettere determinazione in ogni spazio. Li carico così e vedo che loro si divertono ed il divertimento è importantissimo: loro devono giocare a pallone! La parte atletica è importante, ma devono giocare, ecco perché quando sono arrivato ho chiesto subito di comprare venticinque palloni, perché questa è la cosa a cui tengo di più”.

Ubaldo Cricchi
foto prese dalla pagina Facebook del Santa Sabina

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